pensare non fa rumore e non fa luce.
i pensieri non si sentono e non si vedono.
i pensieri sono misteriosi, sono prodotti dai casi della vita e qualche volta da altri pensieri.
Per poter ascoltare i pensieri, a qualcuno è venuta l’idea di inventare le parole.
Qualcuno ha pensato che con il rumore delle parole si poteva rappresentare in qualche modo il vagabondare dei pensieri; di certi pensieri.
Qualcun altro ha avuto l’idea di disegnare segni, in modo da rappresentare i pensieri, certi pensieri, con la luce, con qualcosa che si vede.
Io uso segni. Voglio dire, disegno sempre e soltanto per rappresentare certi pensieri dai quali sono inseguito.
Questi pensieri trattano le forme, le dimensioni, i pesi, le materie, i colori, le temperature da usare per costruire il palcoscenico sul quale trascino o trasciniamo l’esistenza, compresi – nella scena del teatro – tutti i mobili, le tende, le lampade e gli oggetti in generale, cioè i vasi per mettere i fiori, i piatti per mangiare, i cesti per mettere il pane (se c’è) e la frutta (se c’è) e così via…
(Ettore Sottsass, 1997)
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