Grazie a chi mi ha inviato pensieri, parole emozionate, recensioni.
Segue qualche scritto riguardante la mia graphic novel.
Dopo il naufragio di Ortica / recensione di Giovanna Gallo
Racconto forte, coraggioso e toccante di una storia intima
personale che si intreccia con le vicende socio-politiche legate
alla crisi del movimento giovanile e studentesco del 1977, i suoi
sviluppi e i risvolti negativi che si ripercuotono sulla vita della
giovane Autrice fino ad arrivare ai giorni nostri.
Pur essendo un racconto decisamente autobiografico, una sorta
di diario intimo, la voce narrante della protagonista rimane quasi
velata ma si esprime con forza nella grafica delle illustrazioni
che strutturano il libro per lasciare invece spazio alle voci di altri
protagonisti degli eventi: la corrispondenza con il padre
assente, frammenti di ricordi di amici, slogan, testi di canzoni
che hanno segnato quegli eventi, tenuti insieme dal filo
conduttore dei movimenti giovanili e dei centri sociali e dalla
ricerca personale dell’Autrice di mettere insieme i frammenti del
rapporto con un padre mai conosciuto realmente.
Questa narrazione polifonica fa sì che questa graphic novel
possa essere inquadrata in una cornice post-modernista in base
alla quale non esiste una visione univoca, unilaterale degli
eventi che vengono, pertanto, narrati da varie angolazioni. Una
narrazione che va avanti, indietro e lateralmente nel tempo e
nello spazio: uno schema che tende a sconcertare il lettore
abituato a una mera sequenza cronologica dei fatti.
Caratteristica della narrativa post-modernista, infatti, è quella di
sconvolgere i canoni della narrativa tradizionale, rivelando così
una forma di resistenza all’ordine cronologico degli eventi e alla
struttura orizzontale della narrazione. La struttura non lineare
del racconto segue ed esprime, piuttosto, un fluire di emozioni,
ricordi, sensazioni, percezioni, memorie frammentate che
rappresentano in maniera efficace il flusso dei movimenti intimi
della psiche dell’Autrice.
Non si tratta, pertanto, di un racconto coerente, bensì
dell’espressione di come l’Autrice tenti di ricostruire il passato
per adattarlo ai fini presenti, usando come strumento la
memoria, nella ricerca di dare un senso ad eventi complessi
con implicazioni negative sulla propria esperienza personale
senza, tuttavia, mai scadere in facili sentimentalismi.
Lecce 18/08/2024
Dopo il naufragio, graphic novel di Ortica - recensione di Paolo Rausa
“Piazza, bella piazza/Ci passò una lepre pazza…” Claudio Lolli cantava nel 1976 le gesta di un
mondo che aveva sognato e che ora vedeva scomparire all’orizzonte l’idea del cambiamento
rivoluzionario. “Verifichiamo compagni!” era la parola d’ordine di quegli anni, che vanno dal 1969
al 1980, uno slogan che riassumeva la linea operativa meglio conosciuta come “prassi-teoria-
prassi”. L’idea del sovvertimento sociale, in costruzione, doveva fare necessariamente i conti con
“lo stato di cose presenti” per trasformarlo con le armi dell’ironia, del sorriso, del “vogliamo tutto”, del
“vietato vietare” in un nuovo ordine sociale, senza sfruttati e sfruttatori, al quale ognuno avrebbe
dato secondo la propria capacità e del quale avrebbe fruito a seconda dei propri bisogni.
Insomma l’utopia al potere! Un ribaltamento delle logiche individuali di profitto da realizzare
con pratiche collettive, con decisioni assunte in assemblee partecipate, mettendo in gioco tutto.
La visione e la pratica del collettivo assumono la funzione di bussola dei comportamenti in tutti
i luoghi frequentati, le fabbriche, le scuole, i centri sociali e gli happening all’aria aperta
sull’esempio del Festival di Woodstock, organizzato nel 1969 in un’area metropolitana di New
York, un tre giorni all’insegna della pace, dell’amore e della musica. A partire da questi
contenuti si sviluppa in Italia un movimento di idee, una nuova concezione di vita e di arte
attraverso la rivisitazione degli strumenti tradizionali della comunicazione, i libri d’artista, le
riviste – Re Nudo fra tutte – , i manifesti, le fotografie di Ugo Mulas per es. intese come
“verifiche” sul campo, le riprese e gli scatti di Gabriele Basilico e di Giovanna Calvenzi durante il
Festival del Proletariato Giovanile di Parco Lambro di Milano nel 1976, i cataloghi, i documenti e soprattutto i video, all’inizio solo e volutamente in b/n e al naturale. Si rigenerano di conseguenza i linguaggi artistici, che rompono con le esperienze precedenti, in contrapposizione e in polemica sorgono nuovi movimenti, affermandosi in diverse etichette
evocative: Arte Povera, Arte Processuale, Minimal, Body Art, Fluxus, ecc. L’arte provoca e
impressiona. Dapprima non violento alla maniera gandhiana poi in parte con esiti drammatici
per la formazione dei cosiddetti nuclei armati proletari, il pensiero “antagonista” produce l’ala creativa della “Controcultura” con l’utilizzo di materiali visuali di bassa qualità tecnica ma di grande impatto emotivo e introduce nell’arte e nella società civile le nuove suggestioni della musica, della grafica, del fumetto, dell’uso del corpo e della sessualità. L’artista non accetta più deleghe e l’opera d’arte è azione che coinvolge gli spettatori. Si afferma così una nuova concezione artistica dove arte e società si contaminano al fine di favorire il coinvolgimento diretto delle componenti sociali nella produzione di opere e di conoscenza, rendendo possibile attraverso performance in diretta l’affermazione di un nuovo diritto sociale a conoscere,inventare e produrre, cioè non essere solo consumatori riverenti. Tutto questo retroterra politico, sociale e culturale costituisce la materia narrativa nella graphic novel di Ortica che cerca di riannodare i fili della memoria e degli affetti negati. Ne viene fuori un racconto emozionante nel ricordo delle tante lotte e dei fatti drammatici, come la uccisione di Francesco Lorusso per mano di un giovane carabiniere durante uno dei tanti cortei e sit-it che coinvolgevano il mondo giovanile a Bologna e non solo. Il movimento rivoluzionario ad un certo punto arretrò e i suoi rivoli conobbero la scelta della lotta armata e anche della disgregazione sociale per via delle droghe che infestarono i corpi e le menti, determinando lutti e altre speranze di redenzione, per lo più il risucchio e l’analisi introspettiva o la fuga verso l’India e i paradisi esotici. L’opera di Ortica espressa in numerose cartelle e realizzata in carboncino si accompagna a testi esplicativi e alle lettere di Gigi che cerca di riannodare il filo
reciso dell’amore paterno, con un certo languore ma con grande passione, quella che ha
caratterizzato una generazione di giovani alla ricerca della bellezza attraverso la costruzione di un mondo migliore. La meglio gioventù. A loro è dedicato questo pregevole lavoro.
Momo edizioni, Roma, luglio 2024, pagg. 160, € 19,00.
San Giuliano Milanese, 02/10/2024 Paolo Rausa
foto dei disegni realizzati - grafite su carta
Nessun commento:
Posta un commento